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Mesi fa, notando certi “post alla Facebook” (quei contenuti fatti da tanto clamore e da poca sostanza che a volte l’algoritmo tutt’altro che perfetto “pompa” in visibilità forse un po’ troppo), ho preso in giro Linkedin in questo post accostandolo alla creatura di Mark Zuckerberg.

Ero stato chiaramente ironico e provocatorio.

Beh, in parte in realtà pensavo davvero che non ci fosse tanta differenza tra Linkedin e Facebook (in effetti i due social hanno, almeno apparentemente, molte cose in comune), ma riprendendo in queste ultime settimane ad usare e studiare “più seriamente” e con maggiore costanza la sua piattaforma, mi sono ravveduto.

Cosa penso di Linkedin

Per questo motivo oggi voglio scrivere ciò che penso davvero di Linkedin e cioè che è un social davvero figo, bello, potente ed utile.

Penso che Linkedin sia un social che, saputo usare, possa dare grandi soddisfazioni sul piano umano, professionale ed economico. E che, secondo me, possa dare il meglio di sé ad una condizione: trascorrendo molto tempo facendoci networking.

Non che gli altri social non abbiano questo “requisito”, intendiamoci, ma credo che in Linkedin l’attività di interazione sia proprio quella più importante, e che questo valga anche in presenza di ottimi contenuti.

Per dire, se su Instagram, TikTok o anche lo stesso Facebook o Youtube fai ottimi contenuti puoi crescere comunque anche senza fare troppo networking (che, attenzione, andrebbe comunque fatto!). E se sei davvero “comunicativo” sfondare.

Su Linkedin invece questo fenomeno è molto meno evidente, e questo credo dipenda dalla natura dei contenuti.

I contenuti, appunto, essendo professionali (credo sia noto ma meglio ricordarlo: Linkedin è il social network professionale per antonomasia), attivano la parte razionale piuttosto che emotiva/istintiva del cervello, tendendo ad essere meno soggetti a fenomeni di “viralizzazione”.

Non è un caso, come mi ricordava in un esempio la Linkedin Coach & Trainer Maria Letizia Russo, che un post con 50 “like” su Linkedin abbia ben altro “valore” rispetto al suo equivalente su Facebook.

Il like di Linkedin è diverso

In effetti mi sono reso conto che il “Linkedin like” ha un significato più profondo rispetto agli altri social perché indica gradimento, certo, ma è anche un dichiarato indicatore di “riprova sociale” (non a caso per ogni like messo il social mostra la dicitura “tizio consiglia il post”).

In Linkedin i legami sociali che si creano tra chi ne fa uso interagendo con gli altri, sia sui post che nella messaggistica privata, tendono ad essere più autentici e meritocratici, quindi più “forti” rispetto a qualsiasi altro social.

Legami che diventano più facilmente funzionali agli obiettivi.

Esistono, chiaramente, molte altre differenze tra Linkedin e Facebook, ma credo che sia quello che ho descritto il “cuore” della differenza, nonché il valore differenziante della piattaforma controllata da Microsoft.

Conclusioni

Insomma, per molti probabilmente dirò una cosa ovvia, ma è soprattutto per questa differenza sostanziale con gli altri social che, al di là di quella battuta, il mio giudizio su Linkedin oggi non può che essere positivo e che, nonostante il mio target lo usi solo in parte, punterò sempre più su questa piattaforma.

Penso che comunque ormai davvero tutti gli imprenditori, di ogni ordine e grado (includendo come sono solito fare anche chi imprenditore tecnicamente non è: professionisti, commercianti, artigiani, ecc.), dovrebbero usare Linkedin e, se non l’hanno ancora fatto, affrettarsi ad iniziare a farlo il prima possibile.

Perché dovrebbero farlo?

Perché oggi è lo spazio virtuale principale dove creare e mantenere relazioni per fare business, e non solo nel comparto digitale.

Dove costruire la fiducia nel lavoro. E questa non è una cosa ovvia.

E tu (seriamente) cosa pensi di Linkedin? Parliamone!

(Foto: Pixabay)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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